La Politica Agricola Comune (PAC) fa spesso riferimento alla sostenibilità dell’agricoltura e ai tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambientale, economico e sociale. L’esigenza di frenare l’esodo verso settori più remunerativi ha, fin dall’esordio della PAC, reso evidente la necessita di sostenere la redditività del settore; così come il deteriorarsi delle condizioni ambientali ha fatto presto emergere la necessità di ridurre l’impatto dell’agricoltura.
I contorni del terzo pilastro rimangono, invece, più “sfocati” come riconosciuto in uno studio finanziato dal Parlamento europeo per definirne i criteri di misurazione (Social Sustainability. Concept and benchmark). Ad ogni modo la sostenibilità sociale viene vista come uno strumento molto promettente per la riduzione delle disparità e per il migliora- mento del benessere dei cittadini.
Sebbene non ci siano definizioni universalmente riconosciute, tra i temi centrali della sostenibilità sociale si possono di certo annoverare le buone condizioni di lavoro e i salari adeguati e, particolarmente rilevante per la parità di genere, l’uguaglianza dei diritti, intesa in senso effettivo e non solo formale.
La scarsa presenza delle donne in agricoltura, soprattutto nel lavoro dipendente e senza segnali di miglioramento, rivela chiaramente come l’impiego in agricoltura, già poco attrattivo in generale, lo sia ancora meno per le donne.
Attraverso un approccio multidisciplinare, nel seminario ci si interroga su quali siano i principali fattori discriminanti che allontanano le donne dal settore e quanto gli strumenti normativi adottati di recente, quali la direttiva Due diligence e la Condizionalità sociale, possano essere d’aiuto per rimuoverli, nonché come possano essere migliorati per intercettare meglio le esigenze del mondo femminile.